A grandi passi ci avviciniamo al Natale di Gesù. Questo Mistero è preceduto dall’Avvento, ben quattro settimane che ci offrono la possibilità di una profonda e personale consapevolezza. Un tempo per renderci coscienti di non essere solo effimere meteore, ma persone che hanno solide radici, una storia vissuta e, come obiettivo, la vita eterna. Tale consapevolezza ci fa anche valutare il nostro personale e attuale agire, cioè di soppesare pensieri, desideri e scelte, insieme alle azioni, gesti e comportamenti per renderci conto se stiamo camminando nella sequela di Gesù o se stiamo percorrendo i sentieri tortuosi ed errati che ci fornisce il mondo. La consapevolezza, quindi, suscita in noi un concreto ravvedimento e un vivo desiderio di conversione; inoltre, ci fa percepire l’Avvento come tempo di veglia, silenzio e riflessione e non come tempo di chiasso, baldoria e consumismo. Solo tale condizione permette allo Spirito Santo di farci comprendere che, per vivere compiutamente il Natale di Gesù, abbiamo bisogno di un complessivo ripensamento per non avventurarci in situazioni insensate e distorte. Oggi, l’evento del Natale di Gesù è un evento contraffatto: media e pubblicità parlano solo di addobbi natalizi, di alberi illuminati e, soprattutto, di Babbo Natale, un buffo personaggio vestito di rosso che la Coca Cola ha tratto dalla volgare caricatura del popolare Santa Claus, vescovo di Mira, universalmente considerato come il santo della carità. Noi, cristiani e i cattolici, abbiamo il dovere di ritornare al vero Natale di Gesù, disgraziatamente ridotto ad un’occasione di maniacale consumismo, dominato dalla frenesia collettiva dello scambio dei regali. Riappropriarsi del Santo Mistero, significa celebrarlo degnamente mediante una precedente e doverosa revisione di vita. Sarebbe bello anche rappresentarlo con il tradizionale presepe. Ciò ci permetterà, appena la settimana successiva, di entrare nel Nuovo Anno potendo ripetere con Dante: Hic incipit Vita Nova. Auguri! fra Michele Perruggini