In Italia … solo gli orsi
La Pasqua è una festa, di sua natura e per sua
origine, legata alla primavera, al prorompere
della vita, all’esuberanza della natura stessa.
La fede giudaica e quella cristiana, poi, si
sono inserite in questo ambito naturale del
calendario lunare. A questo prorompere di
vita e di vitalità ha corrisposto in Italia, come
altrove del resto, una politica di rinserimento
di specie, che si erano estinte in questi ultimi
cento anni. Così è andata in Trentino, dove una
ventina di anni fa è stato inserito l’orso bruno.
Questa politica di reinserimento è esplosa, in
modo particolare, per animali come i cinghiali,
che devastano le coltivazioni, saccheggiano
cassonetti e vagano indisturbati nelle nostre
stesse città, tutelati da animalisti ambientalisti,
non sempre guidati da un autentico
rispetto della natura e dei meccanismi di equilibro
della stessa nel rapporti preda-predatore.
Come si può vedere in Italia c’è un proliferare
esuberante di vita nelle specie animalistiche di
ogni sorta, e di ciò ci si deve rallegrare sempre
con il criterio del buonsenso e dell’equilibrio.
C’è solo una specie che manca all’appello:
quella umana. Gli unici a non proliferare sono i
bambini. Il 2022 ha costituito il record minimo
del livello delle nascite che è disceso sotto
la soglia 400mila unità. Il risultato: i decessi
sono stati quasi il doppio delle nascite. Certo
che l’essere umano è più complicato degli orsi,
dei cinghiali e dei conigli e forse servono politiche
a tutela della famiglia e delle pari opportunità
nel mondo del lavoro uomo/donna. Ma
adesso, visto gli incidenti gravissimi, come il
caso in Trentino del giovane runner sbranato
da un orso, si corre ai ripari e si vuole contrarre
anche il numero degli orsi, arrivati a 100
unità in tutta la regione. Nulla di più facile! Per
regolare le nascite basterebbe chiedere consiglio
agli umani che, nel non aver prole, sono
dei maestri. Don Giorgio