Voglio ringraziare Sua Eccellenza per il cuore di pastore che si manifesta nella squisita attenzione di chi si rivolge alla comunità di origine italiana nella lingua di Dante. Il nostro Vescovo parte dal brano evangelico di Giovanni 1, 35-42, dove Gesù, indicato da Giovanni Battista come l’Agnello di Dio, è seguito dai due discepoli e, giratosi pone loro la domanda cruciale: “Cosa cercate?”. “Maestro dove abiti?” di rimando si indirizzano a Gesù i discepoli. Elemento che esprime il loro desiderio che è anche quello di ogni cristiano, di dimorare con il Signore. In un mondo in perenne e convulso cambiamento, chi e che cosa devono restare sempre saldi? Cristo, incontrato oggi nei Sacramenti e, in particolare, nell’Eucarestia, rende la nostra vita personale e comunitaria disponibile all’incontro. Il cammino diventa anche riconciliazione, dove ci fossero ferite, divisioni e sofferenze. (E aggiungo io: perché non una bella confessione)? L’incontro diventa attenzione del vescovo a quel terzo di fedeli, fratelli e sorelle migranti, ma non stranieri. L’incontro diventa esperienza personale e comunitaria, come lo fu per i discepoli di Gesù un’esperienza pubblica della chiesa, che non potrà mai essere ridotta ad un club privato. Al nostro pastore, da dieci anni cristiano con noi e Vescovo per noi, vanno i più fervidi auguri, affinché, sotto la sua guida, tutti possiamo incontrare Gesù, per avere il coraggio della fede nel mondo di oggi.

Don Giorgio