Sovraccaricare la memoria?

Ci sono persone che hanno una memoria di ferro; quelle cioè che si ricordano del nome di una persona, anche solo incontrata una volta sola. Ciò naturalmente è una dote molto apprezzata, ed importante nelle relazioni personali: dono di Dio e, insieme, impegno umano. Poi ci sono quelli che hanno una memoria di elefante; questi sono coloro che difronte a una reale o presunta offesa o smacco subiti, dimenticano con molta difficoltà e fanno molta fatica a superare la situazione. Anche questa caratteristica è un elemento del temperamento, che, però, dipende molto anche dal carattere che ciascuno di noi ha costruito nel cammino della propria esistenza.

Normalmente ci si ricorda delle persone che ci sono famigliari perché le frequentiamo abitualmente: quelli che noi chiamiamo amici e che, nella maggioranza dei casi, sono dei semplici conoscenti.

Per un prete come me, come per qualunque persona che lavora nel sociale, e molto importante ricordare e chiamare le persone con il proprio nome. Spesso persone che ho incontrato in occasione del matrimonio, battesimo o funerale o altro, si stupiscono di come io non mi ricordo del loro nome. E li capisco! Un'altra volta una coppia mi espresse il proprio stupore per il fatto che ci incontrassimo solo al supermarket. Alche io mi permisi di osservare loro come io frequentassi anche la chiesa.

A questo punto, però, datemi anche voi una mano: fatevi vedere al posto giusto e al tempo prestabilito più spesso!!!   Don Giorgio

 

Ritornati fidanzati

Il 27 gennaio, Io e mia moglie abbiamo avuto il piacere di salutare e dare il benvenuto ai fidanzati del corso prematrimoniale. Mentre ci recavamo a Frauenfeld, ci venne in mente, di quando frequentammo noi il corso prima di sposarci, e anche di come sono passati rapidamente questi quattro anni e mezzo di matrimonio.

Anche noi, non eravamo molto entusiasti di andare al corso prematrimoniale, però poi, si è rivelata un’esperienza molto bella, per il fatto di aver potuto scambiare pareri e consigli, come anche gli stati d’animo. Inoltre, a fine corso si è saldata un’amicizia che dopo quasi cinque anni di distanza dal corso continuano a durare.

Molti di noi sono diventati genitori e questo fa molto piacere. Al corso di domenica 27 gennaio, abbiamo trovato delle belle coppie e sono convinto che, anche loro a fine corso, potranno portare dei bei ricordi per la loro futura vita matrimoniale.

A queste coppie, vogliamo suggerire alcuni “ingredienti” semplici, e forse un po' scontati. Il Primo consiglio è quello di ricordarsi delle parole suggerite ai fidanzati da Papà Francesco per il proprio “vocabolario matrimoniale”: permesso, scusa e grazie.

Queste semplici tre parole, simboleggiano il rispetto che bisogna portare nelle proprie mura domestiche. Una cosa anche molto importante è essere se stessi e non avere paura di sbagliare. Importante è agire in buona fede per il bene della famiglia, che deve essere un’oasi di pace e di amore dove si deve essere se stessi: amarsi per i pregi e per i difetti che si hanno. La bellezza passa con il tempo e, negli anni, ci si ritroverà con qualche ruga in più e qualche dente e capello in meno, ma l’importante e l’unicità della persona che si ha accanto. Per questo è importante parlare, parlare e parlare. Le coppie che non discutono e non litigano, sono rare o non esistono proprio, per questo non bisogna vergognarsi delle discussioni. In ogni caso mai andare a letto senza il bacio della buonanotte, ripartendo l’indomani alla ricerca delle soluzioni comuni.

Ringraziamo don Giorgio e queste coppie per averci fatto rivivere un giorno da “fidanzatini”, facendoci tornare in mente le ricette basilari importanti del matrimonio. Auguriamo a queste coppie una buona preparazione al sacramento del matrimonio e speriamo di potere dire alla fine degli incontri il nostro arrivederci, per un ritrovarci domani come coppie sposate.

Il presidente del consiglio pastorale Daniele e la sua First Lady, Katia.