Si vis pacem… (se vuoi la pace…)
Gli antichi romani dicevano: “Si vis pacem, para bellum” (se vuoi la pace, prepara la guerra). Erano convinti, infatti, che la pace fosse il frutto della forza e della prepotenza. Gli altri devono temerti, devono avere paura di te, per rispettarti.
Ma Papa Paolo VI, in un memorabile discorso nella tradizionale giornata della pace da lui stesso istituita….data, si permise di correggere il detto latino: “Si vis pacem, para pacem” (se vuoi la pace, prepara la pace).
Così Papa Francesco, nella cinquantacinquesima giornata mondiale della Pace, ha intitolato il suo intervento con le seguenti parole: “Dialogo fra generazioni, educazione e lavoro, strumenti per edificare una pace duratura”, indicando così gli ingredienti della ricetta di una pace autentica. Nel costruire la pace siamo coinvolti tutti: le organizzazioni (ONU, Stati, Associazioni), gli artigiani della pace (ciascuno di noi).
Concludendo, io aggiungerei alla pace una dimensione di famiglia. Infatti, le nostre belle famiglie italiane non sono sempre quei luoghi di pace che ci aspetteremmo. Diventano, a volte, luoghi dove i genitori si oppongono ai figli e viceversa. I fratelli e le sorelle si contrappongono tra di loro e così ne va di tutto il parentado. Dove le parole perdono, accoglienza, superamento, non si pronunciano e non si attuano. Non si sa tacere, non si dimentica, si cova rancore, anche nella stessa esperienza della morte di un congiunto. Se vuoi la pace, allora, impara a tacere e anche quando pensi che sia importante parlare, domandati sempre se sia proprio necessario il farlo. Molte volte il dialogo ha bisogno prima di un bel silenzio. Don Giorgio