Come informavo nell’articoloprecedente del forum nr. 17: Vacanze da prete, ho trascorso, tra l’altro, alcuni giorni
a Re, in Val Vigezzo in Orsola (Piemonte), per alcuni momenti di frescura e di visita al Santuario della Madonna del Sangue. Che titolo strano da attribuire alla mamma di Gesù, qui del resto rappresentata, secondo l’uso dell’epoca, nell’atto dolcissimo di allattare il Bambino. Qui invocata, oltremodo, quale Sede della Sapienza, perché Gesù, pur infante, è la Sapienza del Padre, seduto, come in trono, sulle ginocchia di sua Madre. Dovete sapere che il titolo di Madonna del Sangue è legato ad un fatto di cronaca accaduto nel lontano 29 aprile del 1494. Questo fatto lo potremo tecnicamente indicare con il termine sacrilegio (violazione e profanazione di persone, cose, luoghi e ambienti sacri). Ma veniamo ai fatti. Giovanni Zuccolo e Comolo, amici di lunga data, entrano insieme nell’allora più che minuscolo villaggio di Re e finiscono come al solito alla bettola del paese. Ma con un bicchiere si comincia, con due si continua e il poi assicura che i due alticci si siano ormai bevuto il cervello. Niente di nuovo sotto il sole, come capita anche oggi nei fine settimana per adolescenti, giovani, adulti, impasticcati ed esposti alle terribili sbornie…. Ma la sera è ancora giovane e i due amici decidono di unirsi ad altri per giocare al gioco della piodella, molto in voga all’epoca (un tronco di legno alla cui sommità si ponevano delle monete, tronco che doveva essere colpito lanciando delle pietre). Non sempre si può vincere, ma l’arte di saper perdere non è certo facile da imparare, soprattutto quando si è ubriachi e ci sono i soldi di mezzo. Nella Piazza antistante la Chiesa di San Maurizio,l’immagine della Madonna del latte troneggiava sulla facciata. Persa la partita e i soldi, Giovanni se la prende con la Madonna per non averlo, secondo lui aiutato e scaglia nella direzione dell’immagine una pietra colpendo la Vergine sulla fronte. Gi5ovanni si pente immediatamente; ma la Madonna lo perdonerà mai per un gesto così grave? Giovanni e Comolo lasciano in fretta e furia il luogo e la balorda compagnia si dilegua con loro. Albeggia ormai, e Bartolomeo, come di suo solito passa dalla Chiesa e si segna sfiorando con le dita l’immagine sacra. Quale sorpresa nell’accorgersi che le sue dita sono bagnate di sangue, quel sangue sgorgato dalla ferita sulla fronte della Madonna colpita dalla pietra che Giovanni aveva scagliato. Bartolomeo chiama il parroco che costata il fatto prodigioso, i due suonan le campane, arrivano i fedeli ed in seguito sono convocate le autorità civili ed ecclesiastici. Il prete raccoglie parte del sangue che sgorga i per venti giorni seguenti, in pezzuole che poste in un reliquario oggi si trovano in un Tabernacolo sull’altare della reliquia, posta dietro l’altare dell’immagine prodigiosa. Tutto viene documentato e testimoniato da due pergamene firmate dal Clero, testimoni oculari ed autorità del tempo, conservate nel Santuario. Nei tempi moderni l’analisi chimica delle bende, ha rivelato che le pezze sono intrise da sangue umano. Don Giorgio Celora