Ecco il tema di quest’anno:” Il tempo del deserto è tempo di Dio”.

Il deserto c’è pure nella lussureggiante Svizzera: fuori, all’aria aperta a contatto della Natura e dentro, nella reclusione della Pandemia. Il deserto ci può essere anche nella Chiesa, in tante occasioni di non ascolto e di assenza di dialogo. Ma il deserto, sperimentato dall’antico Israele e da Gesù (Dt 26, 4-10 e Luca 4, 1-13), non si è rilevato forse, tempo di Dio? Infatti, Gesù non vaga nel deserto, ma è guidato dallo Spirito di Dio. È il diavolo (portatore di confusione) “che cerca di seminare zizzania tra Gesù e il Padre”. Anche nelle relazioni all’interno della Chiesa si può insinuare il divisore (diavolo). Papa Francesco, attraverso il cammino sinodale, si auspica che “…Il rapporto tra le persone nella chiesa, e il rapporto della chiesa con Dio possa rimettersi in sesto”. Il nostro Vescovo ci presenta alcuni elementi di questo cammino sinodale: “guardare ed ascoltare con attenzione”. Presentare una proposta cristiana che abbia al centro Cristo e non noi stessi. Far sì che le persone si sentano a casa nella propria fede.

Il tempo che la chiesa sta vivendo è certamente un tempo di crisi. Solo attraverso ad una testimonianza cristiana, “ …al di la ‘dei confini della chiesa”, potremo vivere questo tempo di deserto in modo fecondo. E così scopriremo che il luogo dove Dio sembrerebbe più assente, è, in realtà, il tempo di prova, dove Dio si rivela il più intimo a noi stessi, nel dono dello Spirito dato ai credenti. Don Giorgio