Da Babele a Pentecoste?
Babele, se ne parla nella Bibbia (Genesis 11, 1-9), di una città e di una torre, che non vennero mai realizzate, perché Dio confuse l’unica lingua in molteplici lingue, e li uomini non potevano più mettersi d’accordo sul progetto da realizzare. Pentecoste, se ne parla nel Nuovo testamento (Atti 2,1-13), degli Apostoli, che solo pochi istanti prima erano schiavi della paura prigionieri nel Cenacolo, liberati dello Spirito, in lingue di fuoco, testimoniare un morto (Gesù), diventato il Risorto. Oggi, della chiesa cattolica si parla tanto di tolleranza e di cattolicità come pluralismo delle divergenze. È cambiata già radicalmente la prospettiva: non parliamo più agli altri, ma ci parliamo addosso e parliamo sempre e di noi tra noi.
Non si tratta più di persone che comprendano l’Annuncio, ognuna, nella propria lingua, ma di persone che, parlando la stessa lingua, ascoltano messaggi diversi, spesso inconciliabili tra loro. Che Dio stia permettendo il cammino inverso: da Pentecoste a Babele, affinché avvenga la confusione dei contenuti. Don Giorgio